Da più di trent’anni Angelo Ferrarini conduce laboratori di scrittura creativa, di poesia e più in generale di creatività in scuole, biblioteche, librerie, e nella sede di Artisti a progetto.
Qui potrete trovare alcuni materiali sui suoi laboratori e le news sulle prossime date.
Angelo è stato importantissimo perché mi ha insegnato a scrivere in tre dimensioni. I fatti, certo, ma anche gli odori, i colori, le sensazioni.
(Enrico Ferro, giornalista)
Il mio primo libro pubblicato ha sicuramente un contributo importante legato ai suoi corsi di scrittura creativa.
(Laura Walter, scrittrice)
I suoi corsi sono una fisioterapia per l’anima…
(Carlo Scolarin, psicoterapeuta)
Negli incontri, a cadenza settimanale o durante dei workshop intensivi, si parte dalla lettura collettiva dell'inizio di un racconto d'Autore, che viene commentato e analizzato alla luce delle tecniche usate. Chi partecipa ai corsi viene sollecitato a rielaborare, secondo la propria sensibilità, tali tecniche e accorgimenti narrativi. L'obiettivo è quello di realizzare un proprio racconto. Ma non finisce qui: il proprio testo viene letto ad alta voce e condiviso con il gruppo di lavoro. Lo scritto diventa un punto di partenza per ulteriori viaggi nella narrazione: chi scrive prende coscienza delle proprie potenzialità, a poco a poco non si parla più solo dei grandi Autori, ma di ciò che sta prendendo forma nel Laboratorio.
Poesia come conoscenza della realtà, come visione e come tecnica: assieme cerchiamo di condividere esperienze, sogni, ricordi; di ripercorrere le vie del mestiere.
Prima proposta, la poesia di gruppo. Si pesca dalle conoscenze tecniche e scolastiche e si costruisce un testo partendo da un testo dato, da un tema, dal titolo, da una parola, dal nome. Si provoca una partenza, si ascoltano le proposte, si fanno scelte, si condividono soluzioni. E a poco a poco il testo si compone sulla lavagna, sul tabellone, sul LIM – lavagna interattiva multimediale.
Si gioca a comporre un testo con ritagli; si possono realizzare testi poetici in forma visiva. Basta partire con forbici colla e qualche giornale, meglio le riviste, con parole colorate e dal lettering nuovo. Alla fine abbiamo dei fogli che stanno tra la parola e la pop art, dove il collage realizza anche una comunicazione piena di interferenze, molto “sporca”.
Una contaminazione tra poesia e forme grafiche: nomi e rime, nomi e piccole “poesie visive” o “poesie figura” che si dispongono attorno al nome. Sono attività uscite in pubblico (Buskers festival, per esempio) a contatto con la gente che porta il suo nome e il poeta dona un foglio colorato A 4 con una riscrittura grafica del nome, e attorno una corona, una decorazione a parole.
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