Il laboratorio si apre, come di consueto, con un Riscaldamento Propriocettivo libero, volto a sostenere il Mover nell’ingresso in una relazione d’ascolto con il proprio corpo, con lo spazio circostante ed i corpi degli altri Mover. Si attraversa dunque un iniziale momento di silenzio e movimento, utile per entrare in una dinamica di presenza e recettività rispetto al lavoro somatico e a creare uno spazio di ricerca percepito come sicuro e condiviso. Il lavoro propriocettivo diventa somatizzazione guidata quando propongo di volgere l’attenzione al passaggio tra occhi aperti e occhi chiusi, tra paesaggio interno e paesaggio esterno, tra sensazioni fisiche ed emozioni e gli stimoli ambientali. Si passa poi ad una focalizzazione sul respiro e le sue dinamiche: dove avverto il respiro nel mio corpo? Cosa può significare muoversi a partire dal respiro o rispondendo al respiro? Esiste una relazione tra respiro e suono? Come posso indagarla? L’attenzione passa poi ad un lavoro sulla colonna vertebrale in relazione allo spazio che inneschi delle frasi di movimento più o meno lunghe ispirate a delle indicazioni di movimento quotidiano e comune: stiracchiarsi, rimbalzare, salire e scendere, rotolare, camminare lentamente nello spazio, rincorrersi, scuotersi e così via. La ricerca prosegue poi con un’incursione in una delle più fondamentali tra le forme di improvvisazione in movimento, forse la prima ad essere comunemente offerta ad un gruppo di principianti: il Mirroring, che, pur nelle sue forme più semplici, innesca sin da subito l’attivazione e la scoperta di requisiti essenziali nella ricerca dell’improvvisazione somatica. Fra queste cito l’abilità di percepire e riprodurre un movimento con accuratezza, la capacità di dare una risposta quasi immediata ad uno stimolo, ma anche l’attitudine a mantenere un’attenzione cinestetica focalizzata per un periodo esteso di tempo, così come la scoperta di nuovi pattern di movimento che emergono dalla riproduzione dei movimenti osservati. I processi che sottendono il guidare o il seguire un’azione sono centrali in ogni tentativo d’improvvisazione e le pratiche di Mirroring sono un allenamento utile per sperimentare i diversi ruoli e per indagare sia le dinamiche di partnering che quelle di gruppo.
Couple Mirroring I Mover si dispongono nello spazio a coppie, l’uno di fronte all’altro, leader e follower. Quando il Mover leader comincia a muoversi il compagno rispecchia i movimenti del leader il più esattamente possibile. L’obiettivo è di raggiungere un movimento così sovrapponibile e contemporaneo da render difficile ad un osservatore esterno capire chi stia guidando il movimento e chi lo stia seguendo. Il Mover leader ha l’attenzione di rendere il suo movimento il più chiaro e leggibile possibile e di avere cura di non perdere il suo partner che, a sua volta, mantiene il suo focus nel creare una connessione stabile con il movimento del leader. Dopo alcuni minuti di ricerca, i ruoli si scambiano. In una variazione successiva, i ruoli si scambiano in una più rapida successione, prima al segnale del conduttore, poi intuitivamente lasciando fluire la dinamica di rispecchiamento fino al punto di non poter più riconoscere dall’interno chi stia guidando e chi seguendo la proposta di movimento.
Group Mirroring Il conduttore, con del nastro carta, segna a terra il luogo dove si trova lo specchio, al centro della sala. I Mover si dividono nello spazio, da un lato dello specchio i leader, dall’altro i Mover che seguiranno il movimento che sarà loro proposto. I leader si muovono e i loro partner seguono il movimento il più precisamente possibile. I leader possono interagire tra loro prestando attenzione alla dinamica spaziale generale del gruppo. Il leader può cambiare in qualsiasi momento ruolo con il suo compagno avvicinandosi allo specchio e toccando le palme delle mani del compagno. Questo sarà il gesto che permetterà il cambio di ruolo ed il cambio di spazio dei Mover nella sala. I leader resteranno sempre dallo stesso lato dello specchio. Questo score consente una maggiore dinamica e una maggiore varietà in termini di scelte d’improvvisazione rispetto alla ricerca a coppie.
Primo incursione nel Movimento Autentico Si propone poi un primo confronto con la disciplina del Movimento Autentico, che tornerà ad essere esplorata nei successivi incontri del laboratorio. In questa prima incursione il gruppo si suddivide in coppie, all’interno delle quale si individuerà il ruolo di Mover e il ruolo del Witness (Testimone). All’interno del cerchio condiviso dall’intero gruppo, seguendo un rituale di preparazione di gesti e sguardi che si ripete all’inizio di ogni sessione, i Mover si muovono liberamente per 12 minuti, fino al suono della campana, testimoniati ciascuno dal proprio Witness. Alla fine di ogni set di movimento tutti raggiungono penne e quaderni per integrare attraverso la scrittura la propria esperienza: il Mover descrive la sua esperienza ed il Testimone descrive ciò che ha visto cercando di restare il più aderente possibile alla ricapitolazione dei movimenti del corpo del Mover che ha testimoniato. Alla fine dei due turni di movimento e scrittura i Mover verbalizzano l’esperienza nel cerchio collettivo, scegliendo di descrivere un momento preciso del proprio movimento ed i Testimoni, in questo primo esperimento, si limitano ad ascoltare ed accogliere le parole del Mover che hanno osservato.