Rondini, di Rossella Prando
“Siamo stati nelle Marche, un campeggio nel parco naturale di San Bartolo, il mare non era lontano, più o meno un chilometro… in linea d’aria”. Smorfia.
“In che senso, scusa?”
“Che c’è una strada molto ripida. Anni fa un incendio ha devastato la costa antistante, di conseguenza c’è stata una frana rovinosa che ha inghiottito la strada che porta al mare. Era quasi a strapiombo anche prima, però si poteva andare in macchina, adesso se vai devi portarti acqua e cibo ed è meglio programmare il rientro in ore perlomeno nel tardo pomeriggio, però vale la pena. Anche il campeggio è molto tranquillo, il paesaggio collinare tipico della zona, io lo amo molto, è dominato dal castello di Paolo e Francesca”.
“Davvero? Che romantico! Ma siete andati?”
“Sissì, ma pensavo meglio, non mi ha emozionato particolarmente, mah, forse era meglio andare di sera.”
“Essì, ma sei sempre la solita, cosa ci vuole per farti emozionare?”
“Beh, adesso ti racconto: essendo il mare di non facile accesso, i proprietari della struttura hanno pensato di costruirvi una piscina, io non son mai andata… però una mattina, come spesso facevo, mi son alzata all’alba per vedere dall’alto il mare. Rientrando, da dietro il filo spinato, ho visto la danza delle rondini sulla superficie rosa azzurro dell’acqua. Erano tante a volare in circolo, si libravano alte in aria per poi tuffarsi giù a sfiorarla e poi ancora su, una gioia per il cuore e per gli occhi: mi ha riportato indietro nel tempo, alla mia infanzia”.
“Oh ma che bello! Quindi le avevi viste anche da piccola?”, trilla l’amica.
“Sì, sai, alle elementari mi alzavo spesso presto, mi preparavo il caffelatte e poi uscivo nei campi davanti casa. Quell’anno dietro il capannone c’era una distesa di fango multicolore e mi ricordo che anche allora ho veduto quella danza magica. Ogni mattina tornavo, sola, a guardare le rondini danzare.” Lo sguardo si incupisce un po’ però.
“Sì, ma dai, però… Vale! Cos’è questa storia del fango colorato!”
“Eh, l’ho saputo poi, mia mamma mi ha raccontato… Mio padre aveva acquistato delle nuove vasche di cromatura, ma non aveva provveduto all’impianto di depurazione. Anche un fossato che delimitava la proprietà si era magicamente riempito di acqua e io vi sguazzavo felice i piedi.”
“Mamma mia! Ma davvero! Ma che brutto.” Nel corso della breve frase la voce si alza di due toni.
“Eh sì, negli anni settanta si lavorava anche di notte, crescevano i capannoni come funghi, giravano soldi, veleni vari. Che dici, è questa la nostra nemesi?”
Il sole si rifugia definitivamente dietro le alture sullo sfondo, è finito il momento dell’aranciata. Luce radente, l’oscurità avanza. Anche l’arrosto si è freddato.
Primo Ottobre, di Maria Gasparin
L’Autunno è al suo inizio, oggi è il primo di Ottobre, l’estate appena finita è stata lunga e molto calda, le foglie degli alberi sono ancora verdi, così l’erba dei prati.
Ottobre sarà un mese che porterà con se giornate splendide, calde quanto basta per sentirci bene … come oggi, il sole cambiando asse ha allungato i suoi raggi sono diventati obliqui, non si può più chiamarlo Solleone, la sera arriva un’ora prima e le notti si allungano, questo mondo conosce tutte le fasi della vita che ogni mese distribuisce a chi deve viverla. In questo momento è l’ora dei crisantemi pronti per i primi di Novembre, questi fiori possono amare la frescura della notte.
Nell’arco di un mese le foglie degli alberi, chi prima e chi dopo, incominceranno ad ingiallire, anche i castagni adesso carichi di frutta, lentamente, si svuoteranno facendole diventare prima di tanti colori, ma soprattutto color oro, rosso marrone verde, tutte assieme creeranno una grande promessa di rinnovamento, si potranno vedere delle danze meravigliose quando il vento soffierà con forza sugli alberi.
Colori incantati, potrebbero sembrare magici, una pioggia di foglie può riversarsi su di te se per caso stai seduta su di una panchina all’interno di un parco.
Autunno: patate dolci, castagne, uva, vino, zucche, cachi, melograni, tutto con un colore fiabesco e se aggiungiamo i colori nei granai, frumento colore dell’oro, le gialle pannocchie del mais e l’uva messa ad appassire, viola. Certamente l’autunno, se la primavera e l’estate hanno creato una buona annata, garantirà quanto serve.
Arriverà l’inverno, una grande parte del mondo verde si addormenterà, sembrerà molto lontano da quando l’albero ricco di foglie si riparava dal sole.
Nei primi caldi primaverili, le gemme già pronte esploderanno per iniziare la nuova vita.
Anche il mondo in movimento della fauna si preparerà: chi ha bisogno di andare in letargo, chi invece migrerà nei paesi caldi…