L’incontro di oggi è iniziato con l’intervento di Dori Zantedeschi, esperta in scienze ambientali e comunicazione. Questo è il suo resoconto:
“Ho parlato per circa mezz’ora dei benefici che lo stare in natura apporta alla salute umana, fisica e psicologica. L’intervento è iniziato con una domanda ai ragazzi: a quanti di loro piace fare camminate in montagna o in mezzo alla natura? Come si sentono alla fine di queste passeggiate? Yvonne, per esempio, si sente stanca ma felice, sente che ha sfruttato bene la giornata. Rachele, invece, più rilassata e pacifica. E non sono le sole a sentirsi così, perché diversi studi scientifici hanno dimostrato che il contatto con la natura allevia lo stress. Il nostro vivere in contesti urbani, causa il rilascio anche fino a cinquanta volte al giorno del cortisolo, l’ormone dello stress. Gli alberi invece emettono i terpeni, sostanze chimiche volatili responsabili della loro profumazione, che abbassano il livello di cortisolo. I benefici che ne derivano sono palesi: aumento della memoria, concentrazione, creatività; contrasto di ansia, depressione, insonnia, ipertensione, ictus, tumori. È perfino nata una terapia forestale, una medicina forestale e una pratica chiamata “forest bathing”, ovvero “bagno di foresta”. Durante un bagno di foresta, i praticanti sono invitati a rallentare e prestare attenzione agli odori, a toccare e a guardare, perché a fare la differenza è come stiamo in natura, che contatto creiamo con lei. Il Dr. Quing Li, presidente della Società Giapponese di Medicina Forestale dice: “Lascia che sia il tuo corpo ad essere la tua guida. Ascolta dove ti vuole condurre. Segui l’olfatto. E prenditi tempo. Non importa se non arrivi da nessuna parte. Non stai andando da nessuna parte. Stai assaporando i suoni, gli odori e le immagini della natura e stai facendo entrare la foresta dentro di te”.
Alcuni dei ragazzi, però, hanno detto che a loro non piace fare passeggiate in natura. Non devono sforzarsi per forza di uscire, perché anche gli olii essenziali contengono terpeni che se diffusi in stanze della casa e inalati producono gli stessi effetti. Come esempio, i ragazzi hanno annusato, passandosi le boccette, l’olio essenziale di pino silvestre, antibatterico, antinfiammatorio e balsamico, e l’olio essenziale di lavanda, ansiolitico, anestetico e analgesico. C’è stato alla fine tempo per alcune domande. Io e Chiara ci siamo dedicate alle emozioni e alla consapevolezza emotiva. Le pratiche proposte avevano l’obiettivo di far porre attenzione ai ragazzi sulle sensazioni del corpo e sull’emozione legata a quella specifica sensazione. Gli adolescenti spesso fanno fatica a riconoscere l’emozione che provano e sono in difficoltà nell’esprimerle; il confronto in piccoli gruppi è servito a far loro sperimentare che si può parlare di ciò che si prova, che tutti proviamo gioia e allegria e che nessuno è esente dalle emozioni negative come la paura, la vergogna e la tristezza. Nelle condivisioni con i ragazzi abbiamo rilevato la paura di soffermarsi sulle emozioni negative che a questa età vengono vissute con maggiore intensità e a volte il parlarne vorrebbe dire riviverle e stare male. Il nostro tentativo è di insegnargli a “fare spazio” alle emozioni più difficili perché ciò permette di affrontare le situazioni in modo migliore. I ragazzi si sono molto divertiti simulando diversi stati d’animo; la maggior parte di loro ha provato gioia, allegria e spensieratezza.
Quest’ultimo lavoro è servito ai ragazzi per conoscersi meglio ed entrare maggiormente in confidenza con i compagni di viaggio. Stanno crescendo, ognuno di loro si sta mettendo sempre più in gioco e questo permetterà a tutti noi di crescere ulteriormente nei prossimi appuntamenti.
Anne