Domenica 28 Novembre 2021 abbiamo svolto la nostra attività di laboratorio di espressività teatrale con gli utenti dell’Associazione Tumaini in un luogo del tutto speciale e straordinario. Siamo stati ospitati in una Bibliocasa! Ma che cos’è una Bibliocasa? E’ una casa per i libri? O una casa per persone con tanti libri? E’ una biblioteca che è anche una casa? E’ un luogo molto ospitale e aperto ad accogliere molte culture diverse? E’ una casa che è anche una “luogo-metafora” dove i libri diventano parti di noi stessi da accogliere e di cui prenderci cura? E’ la casa di Maria Elda e Angelo che con tanta cura e passione hanno raccolto all’incirca 10 mila volumi? E’ la sede della nostra amata Associazione Artisti a Progetto? Ebbene sì, la Bibliocasa Muzzani-Ferrarini è un po’ tutto questo e anche molto di più! E’ un luogo d’incontro, di cultura, di condivisione e calore!
E’ stata una giornata fredda quindi ci siamo rifugiati il prima possibile nell’atrio dell’ingresso dove ci hanno accolto Maria Elda e Angelo che ci hanno raccontato la loro avventura che dura una vita e come è nato il loro progetto. Mentre li ascolti parlare ti rendi conto che i libri sono davvero una presenza straordinaria, sono ovunque e ti guardano bonariamente con la loro saggezza o leggerezza, con la loro ironia o serietà, attraverso l’alta poesia o le strisce di un fumetto, a seconda degli argomenti, dei tempi, dei luoghi o delle culture che rappresentano. Nella Bibliocasa non ti senti mai solo, una miriade di voci sussurrano e iniziano il loro racconto. Tutte vogliono la tua attenzione in un labirinto di parole che creano spirali nel grande giardino delle culture. Se poi alzi lo sguardo verso l’alto, con una vertigine ti accorgi che i libri salgono per le scale riempiendo le pareti a mozzafiato! Epoche, personaggi, storie, amori, guerre, e vicissitudini di ogni tipo, danno vita al grande teatro invisibile che anima questa casa. Come non rimanerne sorpresi e invischiati, in qualche modo, nella maglia creativa del salotto che col suo divano e le sue poltrone s’insinua curioso come a scrivere libri immaginari mai sentiti che parlano di lupi azzurri, in biblioteche immaginarie, fatte di storie inventate di sana pianta, tin-tin suona il campanello che ci dice siamo pronti a cominciare, come un’Odissea di parole nell’attesa di un miracolo a colazione che ci nutra di tante poesie. Ma tutto questo è solo frutto della nostra immaginazione! Perché dopo il benvenuto da parte di Angelo e Maria Elda, iniziamo davvero a giocare e a dare un’occhiata ai libri, scegliendone uno che ci ispiri. Componiamo delle brevi storie chiacchierando, quando la lingua ce lo consente, sui diversi libri scelti. Singh ha scelto la Biblioteca di Apollodoro, il primo compendio sui miti greci che si conosca, Baljinder invece ha preso Di sana pianta, un libro illustrato sugli erbari dei monasteri (o “horti simplìcium”, cioè delle erbe semplici, per cure e cucina), Woody ha scelto l’Odissea e Mele arriva tenendo in mano Tante poesie di Roberta Grazzani, un bel libretto di poesie illustrato in modo semplice, Sukhminder le avventure di Tin Tin e Iqbal Lupo Alberto. Prendiamo un tè e contempliamo i nostri libri commentandoli con brevi osservazioni e anche in silenzio. Poi lavoriamo con la tecnica ispirata dal mondo Dada della Mail Art. È bello pensare a una persona a cui dedicare una lettera, un biglietto fatto di parole ritagliate dai giornali e riviste, o dove le parole sono difficili o non si trovino, usare le foto di regali di Natale, viaggi, cose buone da mangiare. Nel nostro Orto della parole impariamo a comunicare in italiano mentre svolgiamo attività creative, ma qualche volta ci capita anche di restare in silenzio. Per ascoltare dentro di noi una lingua nuova che a volte fa sorridere, a volte fa pensare.