Siamo un Giardino! – Prima lezione

  • di

Come facevano gli antichi filosofi, definiamo il “terreno” della nostra ricerca, indagine, viaggio.

Scatta quindi subito una nota sul lessico: lezione, come il latino “lectio”, è la classica lezione fin dal medioevo: il magister (lector) legge e commenta. Se invece diciamo laboratorio pensiamo al latino “labor”, fatica e lavoro. Corso invece designa l’insieme delle lezioni (cinque per questa tornata) previste per la partenza del progetto “Siamo un Giardino!”.

Partiamo dal tema del progetto “SIAMO UN GIARDINO!”: RICUCIRE LE RELAZIONI TRA COMUNITÀ E GENERAZIONI A SEGUITO DEL DISTANZIAMENTO SOCIALE. 

La nostra presenza realizza già una finalità del progetto: riunire le persone e le storie in una situazione che non è solo naturale e non è solo culturale: il giardino. 

Attorno e dentro il tema del giardino vedremo crescere altre parole e percorsi in nome della coltivazione fondamentale: le relazioni, i rapporti tra le persone e quindi i fiori primi, cioè le persone stesse. Per scrivere partiremo sempre dalla lettura. Da lì nasceranno proposte di scrittura. La voce dei nostri scrittori ha cercato di interpretare la presenza del giardino nelle sue valenze. Comincio con una proposta dall’aspetto semplice: un racconto di Italo Calvino, Il giardino incantato, che riassumo: Giovannino e Serenella passano il tempo inventando nuovi giochi. Un giorno d’estate, dopo essere stati sulla spiaggia a caccia di granchi, decidono di esplorare la ferrovia. Si mettono a camminare in equilibrio sui binari, ma un rumore dei cambi li avverte del pericolo. Giovannino vede un’apertura nella rete metallica che costeggia la ferrovia, ricoperta di rampicanti. I due bambini si trovano in un tunnel e poi in un parco con al centro una villa. La descrizione procede con gli occhi dei protagonisti (narratore interno al racconto, permettendo al lettore di provare gli stessi sentimenti di sorpresa e di ansia). La parte del giardino più distante dalla villa è ricca di alberi secolari e piante grasse; incontrano poi aiuole fiorite, multicolori, ed uno spazio adatto a giochi. Arrivano ad uno spiazzo con piscina, le piastrelle azzurre rendono l’acqua ancora più limpida. Ci scappa un bagno, ma cercando di non fare rumore. Ora c’è un sentimento di ansia con il timore di essere cacciati. Escono dalla piscina e un tavolo apparecchiato con la colazione: latte, dolci, tè. I due si servono, sempre con un senso di disagio che li accompagna. Si avvicinano tuttavia alla villa e, per le persiane socchiuse, sbirciano all’interno. In una grande stanza, ombrosa e ben arredata, un ragazzo sta sfogliando un libro, sembra aver problemi di salute, è pallido, in pigiama nonostante il caldo. Se è il proprietario non sembra a suo agio in mezzo a tutte quelle cose. Che sia capitato per sbaglio, come loro? I due amici escono e finiscono di nuovo sulla spiaggia, lanciandosi, nel cammino, alghe marine. Nell’ambiente a loro naturale il timore è scomparso. Ora giocano a tirarsi le alghe.

Osserviamo, pensiamo e diciamo. Scopriamo nomi, aggettivi, particolari espressioni e situazioni. E poi c’è il giardino. Incantato, che incanta, con al centro un altro tesoro, una scatola magica e, dentro, un personaggio misterioso: un bambino. Calvino ci offre un esempio delle tecniche di base: descrizioni di azioni e luoghi, dialoghi semplici e diretti.  Ma attraverso la ri-creazione di ambienti, parole e azioni arrivare al primo scopo dell’arte: creare dei simboli, delle metafore, dei nuovi significati. Anche il racconto è come un quadro, un’arte di dipingere storie, visioni. A noi riscoprirli con la lettura e poi ripercorrerli e ricrearli con la scrittura. Di qui il primo invito a scrivere sul nostro tema “siamo un giardino!”: partendo da noi, immersi in uno spazio, dentro un giardino, passiamo tra aiuole, terra, zolle verdi o secche o dure o biondeggianti… vasi, balconi e nonne che innaffiano… fiori di sera, giardino segreto… nomi, ricordi, attrezzi perduti, proverbi, bestie e santi… Teniamo conto che dal latino al Medioevo il giardino era detto “orto”. Fiori e frutti sono legati, come alberi e zolle, campi e aiole (come dicevano fino a D’Annunzio). In questa prima lezione non si danno indicazioni tecniche, si è liberi in base alle conoscenze che si hanno a partire dalle proprie letture o da questo racconto di Calvino. Si parte sempre copiando un po’, come dicono Borges, Zanzotto…

Per il prossimo incontro ognuno lavorerà cercando di identificare il genere della propria scrittura breve (una pagina o cartella, corpo 11): descrizione, dialogo, riflessione, sogno, ricordo… proveremo a partire dalle sperimentazioni di ogni partecipante per continuare il lavoro.